Guida alle Alleanze nello Shipping
Da tempo immemorabile le compagnie di navigazione cooperano fra loro per suddividere gli investimenti, i costi ed i rischi insiti nella loro attività.
Questa collaborazione si è nel tempo evoluta, partendo da accordi che sostanzialmente altro non erano se non accordi di cartello od oligopolistici (le famose "Conferences" di cui ormai si è persa la memoria), attraverso i primi consorzi degli anni '70 e '80, fino ad arrivare alle alleanze strategiche entrate in vigore alla fine degli anni '90.
A partire dal 1 Aprile di quest'anno, questi raggruppamenti attraverseranno una nuova, radicale riorganizzazione, da cui emergeranno tre nuove alleanze, che prenderanno il posto delle quattro precedenti.
Queste nuove tre alleanze controlleranno circa il 77% dell'offerta di stiva mondiale, cifra che sale al 95,5% se si considerano le sole tratte Est- Ovest.
Alcune riflessioni su questo fenomeno sono quindi d'obbligo.
Come funzionano le alleanze?
La collaborazione fra compagnie di navigazione, di cui le alleanze odierne sono l'ultima forma evolutiva, nasce dall'esigenza di condividere i rischi, i costi e gli investimenti connessi alla creazione ed al mantenimento di un network di collegamenti di linea in grado di soddisfare le esigenze delle moderne supply chain.
A partire dalla seconda metà degli anni novanta, la sfida per le compagnie che ambivano a diventare global carriers era quella di essere presenti su tutte le principali rotte East-West (Transpacifica, Transatlantica ed Europa-Far East), con servizi a frequenza settimanale e partenze a giorni prefissati (fixed-day-of-the-week sailings).
Tale ambizione poteva concretizzarsi solo attraverso una collaborazione con altri armatori, che consentisse di dispiegare il numero di navi necessario ad offrire partenze settimanali da decine di porti serviti.
Opportuni accordi di vessel sharing o slot charter, elevati alla ennesima potenza nell'ambito di un'alleanza globale, hanno così permesso agli armatori di estendere i rispettivi network, condividendo con altri le navi necessarie per garantire servizi frequenti ed affidabili.
L'avvento dell'ultima generazione di navi portacontainer ultralarge, di taglio pari o superiore ai 18.000 TEUs ha innalzato ulteriormente l'asticella degli investimenti necessari per poter continuare a competere sul mercato (basti pensare che per organizzare un servizio settimanale sulla rotta Europa-Far East servono 11 unità), rendendo urgente ed inevitabile un ulteriore consolidamento del settore, che si sta compiendo in questi mesi attraverso fusioni, acquisizioni e, appunto, la realizzazione di nuove, più grandi, alleanze.
Quali sono le principali alleanze?
A partire da Aprile 2017, vi saranno tre sole grandi alleanze: Ocean Alliance, THE Alliance e 2M.
In termini di quote di mercato riferite alle principali rotte Est-Ovest, la Ocean Alliance deterrà la pole position, con una quota pari al 35%, seguita da 2M con il 33,4% e dalla THE Alliance con il 27,1%.
La alleanza 2M risulta peraltro la prima sulla rotta Transatlantica, dove detiene il 43,3% del mercato, mentre la rotta Transpacifica risulta appannaggio di Ocean Alliance, che controlla il 41,4%.
La rotta Europa-Far East vede la alleanza 2M detenere il 40,3%, contro il 34,9% della Ocean Alliance ed il 23,4% della THE Alliance.
Ocean Alliance (CMA CGM, Cosco Shipping, APL, OOCL, Evergreen).
La Ocean Alliance unisce cinque fra le dieci più grandi compagnie del mondo, e la sua formazione segue cronologicamente l'acquisizione di APL da parte di CMA CGM e la fusione delle due compagnie cinesi Cosco e China Shipping nella neonata Cosco Shipping Line.
La Ocean Alliance dispone di una capacità di trasporto globale pari a 3,5 milioni di TEUs, opera su 7 trades principali e 40 servizi di linea, su cui sono impiegate 323 navi.
THE Alliance (Hapag Lloyd, UASC, NYK, K Line, MOL, YML)
THE Alliance si compone anch'essa di cinque grandi compagnie di navigazione, alcune delle quali saranno interessate da imminenti processi di fusione.
Hapag Lloyd e UASC finalizzeranno il loro merger entro il mese di Luglio 2017, mentre le tre compagnie giapponesi, K Line, NYK e MOL prevedono di dare vita ad un'unico soggetto armatoriale entro Aprile 2018.
THE Alliance dispone di una capcità globale di circa 2 milioni di TEUs e gestisce 32 servizi articolati su 7 trades, impiegando 244 navi.
Inoltre, le società appartenenti alla THE Alliance hanno annunciato un contingency plan, o piano di emergenza, a copertura dell'eventuale fallimento di uno dei partecipanti. Le cinque società costituiranno un trust indipendente che avrà l'incarico di gestire i fondi che dovranno essere utilizzati nel caso di insolvenza di uno dei vettori membri, al fine di proseguire le operazioni e tutelare la merce dei caricatori sino al previsto porto di sbarco.
2M (Maersk, MSC, HMM).
Maersk e MSC, le due società che danno vita alla alleanza 2M, dispongono di una capacità totale di circa 6 milioni di TEUs, mentre la capacità condivisa all'interno dell'alleanza è di circa 2 milioni di TEUs.
Tali cifre sono destinate a salire una volta che verrà perfezionata l'acquisizione di Hamburg Sud da parte di Maersk.
Recentemente, la compagnia coreana Hyundai Merchant Marine ha intrattenuto intense trattative per un suo ingresso come membro a tutti gli effetti di questa alleanza, tuttavia, all'esito finale, si è optato per un più limitato Vessel Sharing Agreement piuttosto che un'adesione completa.
La alleanza 2M consta di 2,1 milioni di TEUs di capacità complessiva, distribuiti 7 trades, 44 servizi e 185 navi.